La messa in scena, con il contributo determinante della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, sarà nella chiesa di San Francesco dal 20 al 26 luglio

La “scena sacra” di San Miniato torna in San Francesco dove si svolse, per l’ultima volta, nella seconda metà degli anni ’70. Vi torna per celebrare, nella sua bellezza scarna e austera, i cinquant’anni dalla morte di don Lorenzo Milani al quale è dedicato lo spettacolo principale – il Dramma Popolare – della Festa del Teatro di San Miniato, tradizione che si ripete dal 1947 e che quest’anno vedrà la messa in scena dell’opera “Vangelo secondo Lorenzo” (scritto da Leo Muscato e Laura Perini) dal 20 al 26 luglio. Lo spettacolo rappresenta le vicende del prete-maestro di Barbiana e di quanti gli furono accanto ripercorrendo le tappe fondamentali di quella vicenda umana, sociale e spirituale. Nel cast diretto da Leo Muscato: Francesco Borchi, Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Elisa Cecilia Langone, Fabio Mascagni, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Beniamino Zannoni, e con Alex Cendron nel ruolo di Lorenzo Milani. Nello spettacolo reciteranno anche cinque bambini nel ruolo degli allievi della scuola di Barbiana.
Lo spettacolo è parte di un ampio progetto celebrativo promosso dalla Regione Toscana ed è frutto della coproduzione tra Associazione Arca Azzurra Teatro, Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Fondazione Teatro Metastasio, Fondazione Istituto Dramma Popolare. La Festa del Teatro di San Miniato – iniziata nel giugno scorso con la prima nazionale dello spettacolo “La Cura” – è sostenuta, come sempre, in modo determinante dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato che riserva, a quest’evento, un’attenzione speciale in quanto rappresenta il momento culturale più importante del territorio. Un evento che, negli anni (oltre 70) ha fatto passare da San Miniato grandi registi e importanti attori del panorama internazionale per mettere in scena testi inediti nel filone della drammaturgia dello spirito alcuni dei quali sono diventati, poi, pietre miliari nella storia del teatro italiano. Questa edizione della Festa del Teatro si muove tutta sul filo rosso della parola che rende liberi e uguali e che salva: don Milani, infatti, colse la parola nella sua potenza creativa, la sua capacità di piegare, di trasformare, di costruire e che fa essere uomo.