Torna la magia del Teatro del Cielo a San Miniato, uno dei festival più antichi d’Italia e dedicato specificatamente alla drammaturgia dello spirito. 

Una realtà che da sempre vive e cresce grazie al sostegno determinante della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato che ha, nel Dramma Popolare, il suo più importante progetto culturale sul territorio. Così tra pochi giorni si alza il sipario sul festival che quest’anno pone l’attenzione sul complesso problema dei conflitti in atto nel mondo, destinati a provocare, come nel passato, anche persecuzioni di tipo religioso, perché se ne prenda maggiore coscienza e si lavori per promuovere la tolleranza. Ecco che il momento centrale della Festa del Teatro – un ricco cartellone che prende il via il 19 giugno  –  sarà la messa in scena, come dramma popolare, de “La masseria delle allodole” di Antonia Arslan. Una scelta che si inserisce, a pieno titolo, nel più ampio quadro della tematica triennale della Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato che chiama a riflettere sulla grande sfida del dialogo interreligioso per inseguire il sogno della pace tra i popoli. Così arriva sulla scena sacra di Piazza Duomo (dal 19 al 25 luglio) il romanzo della scrittrice italo armena, che narra le atrocità del genocidio armeno attraverso la tragedia vissuta dalla sua famiglia.  Quando scoppia la grande guerra, il partito dei Giovani Turchi insegue il mito di una Grande Turchia in cui non c’è spazio per le minoranze etniche. Tutto precipita vorticosamente e il profumo di gelsomino che inebriava l’aria delle colline della masseria della famiglia della Arslan verrà soppiantato da quello sanguinolento delle macerie e dell’orrore. Gli uomini armeni fucilati e sgozzati; le donne ed i bambini ammassati in carovane e costretti ad una lunga ed estenuante marcia verso lontani campi di prigionia. Si trattò del primo sterminio della storia, prima ancora della Shoah. Per Paolo e Vittorio Taviani, facendone un film nel 2007, si trattò di guardare ancora una volta negli occhi il “male” nel loro cinema d’impegno, di forte comunicazione emotiva e di poesia. Per il Dramma Popolare di San Miniato, con cui collabora in quest’edizione anche il Centro Cinema Paolo e Vittorio Taviani, si tratta di chiamare l’uomo a riflettere, con il linguaggio del teatro, sulla forza del dialogo in un tempo che vede ancora focolai di guerra accessi da fondamentalismi e settarismi confessionali.

La Festa del Teatro quest’anno proporrà poi una serie di spettacoli collaterali di grande importanza. Sempre in prima assoluta andrà in scena lo spettacolo “Narek – un poema armeno”,(4 e 5 luglio) una coproduzione internazionale del Dramma Popolare con Versiliadanza e Small Theater/National Centre of Aesthetics, mentre lo spettacolo musicale “La sposa e il suo Dio” (12 luglio) parlerà di una storia di una terra, la Georgia, e delle sue radici. La figura simbolo del martirio della razionalità e della scienza, Ipazia, sarà portata in scena da Francesca Bianco ne “Il sogno di Ipazia”, (25 giugno) prodotto dal Teatro Belli di Roma. In cartellone anche “Tua Anne”, (9 luglio) straordinario reading musicale proposto da Matteo Corradini con il Pavel Zalud Trio, il monologo “Esodo pentateuco # 2” (16 luglio) dell’istriano Diego Runko e lo spettacolo “Abu sotto il mare” (19 giugno) di Pietro Piva.