Torna a splendere un’opera d’arte rimasta per decenni sotto l’intonaco sulla volta della sala del capitolo del monastero di San Paolo a San Miniato. Un’opera d’arte sotto diversi strati di pittura: un affresco del 1600, che ritrae il volto di Santa Chiara, il volto della santa, fondatrice dell’ordine delle Clarisse.

Il restauro del prezioso affresco è reso possibile dal contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato che, confermando attenzione e sostegno al recupero dei beni artistici del territorio, ha consentito l’immediato avvio delle operazioni. L’autore dell’opera resta sconosciuto e l’unica certezza è che la tecnica pittorica utilizzata potrebbe risalire al XVI-XVII secolo. «I lavori, iniziati nel 2010, hanno interessato gran parte della struttura ecclesiale – spiega l’architetto Orsucci – con interventi di installazione di nuovi corpi illuminanti all’interno della Chiesa di San Paolo e del refettorio, il restauro degli infissi esterni, il recupero della sacrestia e dell’ingresso al monastero con eliminazione di corpi estranei aggiunti nel corso degli anni, l’eliminazione di barriere architettoniche e l’installazione di un sistema di videosorveglianza». E’ nella sala capitolare, però, che emergono tracce di un’opera che si rivela meritevole di restauro. Il recupero è opera della restauratrice Lidia Cinelli sotto la supervisione della Soprintendenza ai Beni Storico Artistici di Pisa e Livorno. Dopo l’esecuzione di saggi di scopritura sulla superficie murale della volta, sono emersi frammenti di decorazione della Santa, in parte danneggiati ma ancora recuperabili. «L’affresco era veramente malridotto e la nostra restauratrice, Lidia Cinelli, ha dovuto fare un intervento accurato – spiega ancora Orsucci – Manca una parte del volto della santa, che è stato lasciato da ricostruire. Questo è accaduto perché sopra la raffigurazione, coperta da diversi strati di pittura, era stata realizzata la traccia per l’impianto di illuminazione della volta, che l’ha compromessa». Insieme al dipinto, nella sala capitolare alta 7 metri e mezzo sono state recuperate anche le pareti perimetrali e le decorazioni parietali. Si scrive così un altro capitolo importante della vita e della storia di questo luogo – ora guidato dalla madre Patrizia Biagioni che fu fondato nel Trecento da Margherita Portigiani e che, nonostante le poche suore rimaste, è uno scrigno d’arte e cultura.