Il complesso di San Domenico diventa il palazzo della cultura
In questi anni la Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato ha dato un notevole contributo ai progetti di recupero e di sviluppo del complesso. L’ultima realizzazione è rappresentata dal Museo della Memoria.
Il complesso di San Domenico è il palazzo della cultura del Comprensorio del Cuoio. Una struttura sulla quale in questi anni la Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato ha investito importanti risorse, risorse che hanno contribuito in modo significativo al recupero dell’immobile e che, nei prossimi mesi, saranno fondamentali per il ritorno dell’archivio storico in città. Da qualche settimana, inoltre, San Domenico ospita all’interno del Museo della Memoria (MuMe) uno spazio dedicato alla Seconda Guerra Mondiale e alle testimonianze di chi ha vissuto quegli orrori. Il MuMe è dedicato, più in generale, alla conservazione dell’insieme di valori e testimonianze della storia più recente della comunità. La raccolta museale è articolata in tre sezioni a partire dal 1921, anno in cui anche a San Miniato furono istituiti i Fasci di combattimento, fino al 1946, anno di nascita della Repubblica, sezioni in cui sono esposti oggetti appartenuti a cittadini sanminiatesi oltre a cinque postazioni multimediali, realizzate in collaborazione con la Scuola Normale Superiore, a disposizione dei visitatori che vorranno approfondire i contenuti. Il tutto ispirato dalle suggestioni del film ‘La Notte di San Lorenzo’ di Paolo e Vittorio Taviani, cineasti di San Miniato, ai quali la Fondazione Crsm nel 2009 consegnò il premio “Monsignor Torello Pierazzi”.
Proprio quella pellicola, girata nel 1982 a San Miniato, è stata recentemente restaurata e il Festival del Cinema di Venezia le ha reso omaggio con il premio quale miglior film restaurato. Non è escluso che, nei prossimi mesi, anche il Centro Cinema Taviani – di cui la Fondazione in questi anni ha sostenuto rilevanti iniziative dedicate in particolar modo ai giovani – trovi spazio proprio in San Domenico, che è destinato quindi a svolgere nel prossimo futuro un ruolo centrale per la cultura del territorio. Tra le sue mura trecentesche sono state scritte pagine importanti di vita, di storia e d’arte della città nei secoli in cui la struttura fu dapprima sede dei Domenicani e poi della straordinaria chiesa – anche questa per gran parte restaurata con i finanziamenti della Fondazione Crsm – che custodisce opere di enorme pregio, a partire da alcuni affreschi come le “Storie di San Domenico” (di Anton Domenico Bamberini, coadiuvato da artisti lucchesi del Settecento). Con il sostegno dato al recupero e al ritorno all’antico splendore del complesso di San Domenico, la Fondazione Crsm – oggi guidata da Gianfranco Rossi – conferma il suo ruolo centrale quale motore di cultura e di sviluppo di un territorio che ha in San Miniato il suo punto di riferimento.