“Uno dei frutti più belli di questa proficua collaborazione – dice Elisa Barani, direttrice del Museo – sarà il rientro nei prossimi giorni, dopo un lungo periodo di restauro, della tavola quattrocentesca di Neri di Bicci “Madonna col Bambino e Santi” proveniente dalla chiesa di San Giorgio a Canneto. Questa sarà l’occasione anche per celebrare i cinquanta anni del Museo Diocesano che vede la propria collezione riappropriarsi di uno dei suoi pezzi più prestigiosi e rendere la visita delle sue sale un’esperienza sempre più significativa”.

La Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, infatti, ha sempre rivolto un’attenzione speciale ai beni artistici ed architettonici del territorio, con un occhio di particolare riguardo al vasto patrimonio d’arte sacra che rappresenta una straordinaria risorsa culturale. Tanti, e importanti, sono stati i restauri e gli interventi di valorizzazione realizzati con il sostegno della Fondazione Crsm. Un impegno che ha toccato tantissimi aspetti di questo settore. Ricordiamo, tra questi, il ricco calendario della didattica museale dedicata sia alle scuole che al catechismo, le aperture dei poli culturali ecclesiastici (il Museo Diocesano, la Torre di Matilde e la collezione del Conservatorio di Santa Marta a Montopoli), le visite guidate in italiano e lingua straniera, la partecipazione agli eventi della Regione Toscana e a quelli dell’Associazione dei Musei Ecclesiastici Italiani, le convenzioni relative agli stage universitari.

“L’obiettivo del museo è quello di garantire non solo la conservazione ma soprattutto la fruibilità del patrimonio artistico del territorio sia per le nuove generazioni, che vivono ancora una fase di apprendimento e formazione, sia per quelle più mature che spesso non ne sono a conoscenza – aggiunge la dottoressa Barani – In un periodo in cui la crisi economica continua a far sentire i suoi effetti, l’impegno della Fondazione al sostegno delle attività del territorio costituisce un distintivo motivo di merito diventando, di fatto, uno degli interlocutori fondamentali per gli enti culturali”.

Questo, poi, è un anno speciale in particolare per il Museo Diocesano che compie mezzo secolo. A 50 anni dalla sua fondazione esso rappresenta uno scrigno d’arte di grandissimo valore nel quale spiccano, tra le altre opere, due bellissime scene della Passione di Cristo di un ignoto maestro fiammingo della fine del Cinquecento e il San Francesco morente attribuito a Giovanni Bilivert. Tra le sculture ricordiamo le lastre dell’ambone della cattedrale firmate da Giroldo di Jacopo da Como e il busto in terracotta del Redentore, già riferito all’attività del Verrocchio ed ora attribuito al suo allievo Agnolo di Polo.